“Siamo le storie che raccontiamo di noi stessi.” Con questa idea nasce la terapia narrativa, un approccio psicologico che pone al centro la narrazione personale come strumento di cambiamento. Non si tratta semplicemente di raccontare la propria vita: è un processo clinico strutturato che aiuta a riscrivere il significato delle esperienze, soprattutto traumatiche, restituendo al paziente un senso di agency e di possibilità.
Cos’è la psicologia e terapia narrativa?
La terapia narrativa è una forma di psicoterapia sviluppata negli anni ’80 da Michael White e David Epston. Si basa sull’assunto che la realtà personale sia costruita attraverso le storie che ognuno crea su di sé e sul mondo. Alcune narrazioni, soprattutto quelle generate in risposta a esperienze dolorose o traumatiche, possono irrigidirsi in racconti limitanti: “Sono una persona sbagliata”, “Non supererò mai questo dolore”, “Non sono abbastanza forte”.
La terapia narrativa mira a esternalizzare questi racconti problematici, trattandoli come entità separate dall’identità della persona, per poi rielaborarli in chiave più funzionale e ricca di possibilità.
Come si struttura clinicamente?
Un percorso di terapia narrativa segue alcune tappe fondamentali:
- Esternalizzazione del problema: il trauma o la difficoltà non viene visto come parte intrinseca della persona, ma come qualcosa che le sta accadendo. Questo consente di ridurre il senso di colpa e di vergogna.
- Decostruzione della storia dominante: il clinico aiuta il paziente a esplorare come si è formata la narrazione problematica, quali eventi, credenze sociali o influenze esterne l’hanno rafforzata.
- Costruzione di narrazioni alternative: attraverso domande strategiche, il terapeuta guida la persona a individuare esperienze, competenze e momenti di resistenza che non erano emersi nel racconto dominante.
- Documentazione: spesso il terapeuta propone la scrittura di lettere, certificati, o vere e proprie “dichiarazioni di identità alternativa”, che rinforzino la nuova storia emergente.
Il clinico, quindi, non si pone come “esperto che interpreta”, ma come co-autore che accompagna il paziente nella riscoperta di sé.
Come la terapia narrativa affronta il trauma?
Nel caso del trauma, la terapia narrativa si propone di:
- Separare il sé dal trauma: attraverso l’esternalizzazione, la persona smette di identificarsi esclusivamente con l’evento traumatico.
- Rileggere la storia: si analizza come il trauma ha influenzato la narrazione personale, ma anche come, nonostante tutto, sono emerse capacità di resistenza, risorse, relazioni di supporto.
- Restituire significato e agency: non si cancella il trauma, ma si ridefinisce il suo ruolo nella storia personale, evitando che diventi il centro unico e assoluto dell’identità o che la definisca.
- In questo modo, la sofferenza viene integrata senza essere totalizzante, permettendo alla persona di riappropriarsi del proprio potere narrativo e della propria possibilità di futuro.
L’uso delle metafore nella terapia narrativa
Nella terapia narrativa, le metafore diventano ponti tra il vissuto interiore e la possibilità di raccontarlo in modo nuovo. Attraverso immagini simboliche e racconti figurati, il terapeuta aiuta il paziente a prendere distanza dal dolore, a osservarlo da prospettive inedite e ad avvicinarsi a emozioni difficili senza esserne sopraffatto. Una metafora può trasformare il trauma da ostacolo insormontabile a montagna scalata, da ferita aperta a cicatrice che racconta una storia di resilienza. In questo modo, il linguaggio metaforico favorisce un’elaborazione più profonda e creativa dell’esperienza, rendendo il cambiamento più accessibile e meno minaccioso.
Un approccio umano e rispettoso
Nella fase avanzata del percorso, il terapeuta cerca di far emergere storie di dignità, speranza e possibilità, integrando il trauma all’interno del racconto personale del paziente, senza negare il lato oscuro, ma riconoscendo al tempo stesso i punti di forza, i traguardi raggiunti e tutto ciò che gli ha consentito di superare le varie difficoltà. L’obiettivo non è negare il dolore, ma inserirlo all’interno di un racconto più ampio, che parli anche di crescita, capacità di resistere e possibilità di trasformazione. La terapia narrativa, in questo senso, non riscrive semplicemente il passato: restituisce al paziente la possibilità di immaginare il futuro.