sabato, Aprile 26, 2025

Chi ti fa ghosting ti pensa, ma non nel modo in cui credi

Condividi

Il silenzio ha il suo linguaggio: è un tessuto intricato di non detti che parla più delle parole stesse. Quando il silenzio prende la forma del ghosting, ci troviamo di fronte a una dinamica relazionale tanto diffusa quanto dolorosa. “Chi ti fa ghosting ti pensa” ma non nel modo in cui potresti sperare. Anche in questo silenzio apparentemente assente, persiste una forma di comunicazione: è un messaggio cifrato, un pensiero sottile e spesso oscuro, che dice più di un addio esplicito. Questa mancanza di parole non è un vuoto di pensieri, ma piuttosto un eco di sentimenti non risolti che rimbomba nella mente di chi decide di scomparire.

Cos’è il Ghosting

Origine e significato  

Il termine “ghosting” deriva dall’inglese “ghost” (fantasma), evocando l’idea di diventare invisibili o evanescenti in una relazione. Nella psicologia moderna, il ghosting descrive l’azione di interrompere bruscamente e senza spiegazione ogni comunicazione con una persona, lasciandola in uno stato di incertezza e confusione.

Dinamiche del Ghosting: chi lo fa e perché

Abitudine o Difesa?

Ci sono coloro che adottano il ghosting come forma abituale di interazione, evitando coscientemente confronti e compromessi. Per alcuni, questa può sembrare una scelta di comodità, una via di fuga dalle responsabilità emotive che una relazione richiede.

Esempio: Marco, dopo alcune settimane di appuntamenti, sente che il legame con Valeria sta diventando troppo serio. Invece di discutere i suoi timori, sceglie di interrompere ogni comunicazione, lasciando Valeria a interrogarsi su cosa sia andato storto.

Situazioni difficili

Altri possono ricorrere al ghosting perché sopraffatti dalla situazione: la paura di ferire l’altro con una conversazione dolorosa o di affrontare le proprie insicurezze può paralizzare.

Esempio: Maria realizza di non essere più innamorata del suo partner ma teme la sua reazione alla notizia. Il ghosting diventa un’opzione seducente per evitare un confronto diretto.

LEGGI ANCHE:
Ghosting nell’era digitale: profili
e transizioni verso l’Orbiting

Il Lato oscuro del ghosting

Manipolazione e controllo

Ci sono situazioni in cui il ghosting è usato come uno strumento di manipolazione psicologica. L’individuo che “scompare” può trarre una sorta di piacere perverso dal sapere che la sua assenza causa dolore e confusione. Ecco perché, in alcuni casi, chi ti fa ghosting ti pensa, ma non nel modo in cui vorresti. La persona ghostata potrebbe convincersi che “Per ghostarmi significa che mi pensa, ma non ha il coraggio di contattarmi,” una convinzione che può offrire un temporaneo conforto, ma che spesso si rivela un’illusione.

Esempio: Luca, dopo una lite, decide di non rispondere più ai messaggi di Elena, godendo segretamente dell’ansia e del dubbio che sa di essere in grado di suscitare in lei. Il suo ghosting è un modo per affermare il controllo e influenzare i sentimenti di Elena, lasciandola in un limbo emotivo. Alla base, non deve esserci per forza un litigio. Una persona può scomparire all’improvviso e smettere di contattarci o rispondere ai messaggi senza nessun motivo apparente.

Il distacco è l’unico balsamo

Il ghosting, benché spesso motivato da una varietà di ragioni personali e circostanze, raramente offre una soluzione reale ai problemi relazionali. Invece di portare a una chiusura, lascia ferite aperte in entrambi i partner, fermando il processo di crescita e comprensione reciproca. Capire le motivazioni dietro al ghosting può aiutarci a navigare meglio le nostre relazioni, imparando a confrontarci con onestà e maturità, piuttosto che scomparire nel nulla, lasciando dietro di noi solo domande senza risposta.

Tuttavia, non ogni silenzio richiede un’analisi profonda, né ogni porta chiusa deve essere riaperta. Un silenzio che viene tessuto con fili di malizia, intenzionato a lacerare lo spirito piuttosto che a ripararlo, non merita il nostro dispendio di energie. In questi casi, il distacco è l’unico balsamo; distaccarsi senza rimuginare sul dolore inflitto è l’atto di cura più profondo verso noi stessi. Riconoscere questo tipo di silenzio non per comprenderlo ma per lasciarlo andare, è forse la più nobile delle risposte: un passo verso la luce, un rifiuto di rimanere avviluppati nell’oscurità dell’altro. Non si tratta di indifferenza, ma di una scelta consapevole di cercare spazi dove l’aria è più pura, il sole più chiaro, e il cammino sotto i piedi è fatto di terreno, non di spine.

redazione
redazione
La redazione di Psicologia Narrativa si occupa di informare su tutte le novità in campo scientifico e psicologico, di approfondire argomenti sui fenomeni di massa e sociali.

Leggi di più

Potrebbe interessarti: