Le “aspettative“, parliamone! Sono lecite, innocue o pericolose? Innanzitutto vi invito a cestinare tutti i post da strapazzo che trovate sui social in merito. Di solito vi invitano a rimuovere dal vostro vocabolario, dal vostro modo di sentire, questa parola che sembra portare solo a una delusione dopo l’altra. Ebbene non è così, a patto che ne abbiate di sane e legittime. Analizziamo questo “fenomeno” dal punto di vista di una relazione di coppia. Se io investo il mio tempo, le mie risorse, i miei sentimenti, in un rapporto ho tutto il diritto di crearmi delle aspettative, sane ovviamente, ma ne ho il diritto. Questo non significa essere una persona sbilanciata o eccessivamente esigente. Si tratta semplicemente di desiderare un rapporto equilibrato in cui entrambi i partner si impegnino in modo equo e reciproco.
Il rispecchiamento
All’inizio di un rapporto di cuore, quando due persone si incontrano e si piacciono tanto fino a frequentarsi, si manifesta quel fenomeno che si chiama “rispecchiamento“. L’attrazione fisica e mentale, la voglia di conoscersi dopo una crescente sintonia, fa in modo che ognuno si rispecchi nell’altro (narcisismo patologico a parte dove questa tecnica – mirroring – viene impiegata dal partner manipolatore affinché la vittima prescelta cada ai suoi piedi per ritornare di nuovo se stesso, un involucro di persona). Quando questo avviene le aspettative si fanno largo nella nostra anima e non di rado (anzi direi sempre, ndr) si trasformano in desideri che una volta disattesi possono dar vita a una crisi, insoddisfazioni e tutto quello che porta inevitablimente alla separazione di una coppia.
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Aspettative: quando sono sbagliate?
Qualsiasi essere umano, generoso e/o emaptico che sia, con il proprio partner cercherà in tutti i modi di farlo sentire amato, benvoluto, ma non è solo attraverso questo meccanismo del “dare” che si fanno largo le aspettative. Ogni individuo porta con sé, e soprattutto in una relazione, la memoria delle esperienze passate che fa riferimento ai legami con i genitori e con altri adulti e quello che la psicologia definisce “mondo oggettuale” con le sue connotazioni negativo/positive ed è per questo che spesso in una relazione andiamo a ricercare quei bisogni inappagati. Tali bisogno possono essere i più disparati: mancanza d’affetto, frustrazioni, rimpianto ma anche il semplice desiderio di essere ricambiato nel momento in cui si possiede la consapevolezza di stare investendo tanto in un rapporto. Dovrebbe però essere sano riconoscere di avere un’aspettativa sbagliata quando siamo consapevoli dei limiti del partner, di qualsiasi natura, o del fatto che il suo grado di coinvolgimento lo spinge verso un piano più egoistico esercitando con distacco il suo ruolo nella coppia. In tal caso la delusione è sentimento naturale ma anche un campanello d’allarme che dovrebbe spingere la coppia ad analizzare insieme la consistenza del rapporto.
Quando questa consapevolezza viene a mancare, durante la fase di innamoramento, il partner che più dà è quello che si crea più aspettative e resta deluso. Aspettative che emergono inconsciamente e il desiderio che ne consegue è la ricostruzione di un amore tenero e profondo che invece tra due soggetti sani e dotati di rispetto reciproco, vanno a consolidare la coppia. Dunque le aspettative sono innocue quando sono volte alla crescita personale e della coppia, quando entrambi i partner riconciliatisi con il proprio passato non vedono nell’altro la “cura” ai propri irrisolti. Almeno dovrebbe essere così in un mondo “utopico”, ma visto che “Utopia di Thomas More” non esiste ancora, se questi nodi emozionali sono ancora presenti nel partner magari più insicuro o più fragile, avere delle aspettative è lecito solo nel momento in cui il nostro interlocutore rappresenta una spinta propulsiva a migliorarci e a modificare i nostri schemi di pensiero che ingabbiano le possibilità che uno si dà.
La delusione e l’abbandono
Quando questi schemi, che spesso non riconosciamo perché fanno parte dell’inconscio, della memoria infantile, inquinano le aspettative e si arriva ai litigi, alla crisi e alla separazione. Per questo secondo la mia banalissima opinione da giornalista e studentessa di psicologia, credo che andare dallo psicologo per conoscere se stessi sia fondamentale se non altro per farsi anche un grande favore! Ritornando alle aspettative deluse, queste innescano rabbia e non di rado alle recriminazioni di chi abbia torto o ragione. A questo punto il tanfo della delusione diventa insopportabile e non tutti ne sanno uscire perché magari entrambi i partner non riescono a smarcarsi dalla posizione “bambina” delle aspettative per affrontarle con una memoria più adulta. La soluzione più giusta, a mio avviso, è quella della terapia di coppia se non riconosce di doversi affidare alle risorse autentiche che entrambi possiedono senza lasciare che proiezioni fantasmatiche inquinino il rapporto.